Il museo archeologico di Crotone, il tesoro dimenticato


Corona d'oro dal santuario di Hera Lacinia di Capocolonna, conservata nel Museo Archeologico di Crotone
 La corona d'oro di Hera Lacinia

I piccoli musei a volte custodiscono vere e proprie perle che restano a lungo impresse nella mente. Forse perché non ci si aspetta di trovare un'opera d'arte o un oggetto così bello in una piccola città di mare. E forse desta ancor più meraviglia che non ci sia nessuno ad ammirare quelle bellezze.

Il Museo Archeologico di Crotone è stato inaugurato nel 1968 e solo da qualche anno restaurato e riaperto al pubblico con una nuova disposizione dei reperti.
Al piano terra il percorso è di tipo cronologico: si parte dalle asce di ossidiana del Neolitico, dai reperti risalenti all'epoca magnogreca, quando la città era una potente colonia, fino a una serie di anfore romane, ritrovate sul fondo del mare.
Al piano superiore sono esposti reperti provenienti perlopiù dal territorio crotonese, con qualche esemplare romano ed etrusco. Gli oggetti degni di ammirazione sono davvero tanti, come l'unguentario di bronzo restituito alla città solo nel 2009 dal Getty Museum di Malibu: si tratta di un piccolo contenitore di profumi o olii, e che ha le sembianze di una "sirena", intesa non come la donna-pesce dell'ormai radicato immaginario disneyano, ma come creatura mitologica dal corpo di uccello.

unguentario a forma di sirena con la testa di donna e il corpo di uccello, conservato nel museo archeologico di Crotone
Unguentario a forma di sirena

Di recente restituzione (2012), da parte del Museo Archeologico di Milano, è anche una piccola stele egizia, risalente alla XXX dinastia, raffigurante Horo in piedi su due coccodrilli. La stele è un piccolo portafortuna di basalto. Non è chiaro come sia giunto in Calabria, ma fu trovato a Crotone negli anni '70 e conservato in modo "clandestino", finché non fu venduto sul mercato antiquario e acquistato dallo stesso museo milanese. 


La seconda parte dell'esposizione è tutta dedicata al cosiddetto "Tesoro di Hera", rinvenuto nel vicino sito archeologico del tempio di Hera Lacinia, con oggetti votivi di vario tipo ma di splendida fattura, come il trittico di statuine costituito da una sirena, una gorgone e una sfinge, e addirittura una piccola nave nuragica.

Sfinge conservata nel museo archeologico di Crotone
Sfinge

Gorgone alata conservata nel museo archeologico di Crotone
Gorgone
Proseguendo la visita, si resta affascinati da uno degli oggetti più raffinati e meglio conservati del museo: la corona d'oro di Hera. Un copricapo di lamina d'oro, ornato con foglie di mirto e bacche, la cui ottima fattura esprime regalità e devozione verso la dea, ma anche tutta la fragilità di un oggetto che ha attraversato circa 2500 anni.
Corona d'oro dal santuario di Hera Lacinia di Capocolonna, conservata nel Museo Archeologico di Crotone
La corona di Hera Lacinia
Il percorso termina con la visita al "tesoretto": una serie di monete di epoca magnogreca contenute all'interno di piccole anfore, forse i risparmi di una famiglia del luogo.

Un museo piccolo e purtroppo poco frequentato, che custodisce gli oggetti quotidiani, le abitudini e le credenze di un popolo vissuto in un'epoca lontana. 
L'augurio è quello di poter vedere il museo di Crotone e quelli di altre località marittime aperti durante le ore serali, per permettere la visita anche ai turisti che non vogliono sacrificare un pomeriggio al mare.